C'è un gioco strano, forse un po' stupido, che faccio con me stesso: il gioco dei record personali. Qual è il posto più a sud fin dove mi sono spinto? E negli altri punti cardinali? Qual è l'altitudine massima a cui sono arrivato? E la profondità? Qual è stato il trekking più lungo, quale quello più impegnativo?
Quando ho la possibilità di stabilire un nuovo record personale, un brividino mi corre lungo la schiena, caricandomi d'eccitazione. In quei momenti, penso a come il dominio della mia comfort-zone si allarghi a dismisura, iniettandomi una copiosa dose di sicurezza.
Andando oltre, senza provocare troppo l'entità col cappuccio nero e la falce, tante situazioni che prima reputavo problematiche si ridimensionano, in gravità, sulla base degli standard aggiornati della mia autostima che, affrontando situazioni molto più complicate, non può che ridere di quelle precedenti

Il Monte Toubkal

Con i suoi 4167 metri, il Monte Toubkal è la vetta più alta del Marocco e di tutto il nord dell'Africa. La salita verso la cima del Toubkal è una delle attrazioni più gettonate dai viaggiatori che vogliono mettere alla prova la propria resistenza fisica e mentale. L'impresa si compie, solitamente, a cavallo di due giornate, con un pernottamento in uno dei due rifugi disponibili dopo circa 10 ore di cammino dall'inizio del Trekking.
Andrea Barba in Toubkal Climbing

Organizzare l'impresa

Nel mese di Giugno del 2022, io e Loretta, in una vacanza itinerante di 12 giorni nel Marocco, abbiamo incluso il trekking del Toubkal nella lista delle esperienze must da fare. In tutta onestà, la nostra preparazione logistica all'esperienza è stata piuttosto carente, contrariamente a quella fisica e mentale. In più occasioni, durante il percorso, abbiamo dovuto ricorrere all'aiuto degli abitanti delle montagne dell'Alto Atlante, per mettere delle toppe alle nostre mancanze! Ma seguiamo un ordine...

Come arrivare? Dove pernottare? La guida?

In questo articolo puoi trovare informazioni dettagliate sul noleggio e la guida di un auto, in Marocco. La nostra scelta è stata proprio quella di una maggiore autonomia negli spostamenti interni al paese, soprattutto perché la nostra sete di avventure ci spinge, solitamente, a percorrere strade un po' meno battute e, di conseguenza, meno servite dai servizi di trasporto pubblici. Da Marrakech, è possibile organizzare tutto il trekking del monte Toubkal, con tanto di transfer privato dalla città al monte e ritorno. Ovviamente, questa soluzione prevede una spesa maggiore, sia per il trasporto in sé che per il pagamento di una guida che accompagni all'avventura.
Muniti di auto a noleggio, io e Loretta, con un giorno d'anticipo, ci siamo spostati da Marrakech ad Imlil, il paese più vicino all'inizio del trekking, dove avremmo pernottato. Tramite la stessa struttura ricettiva (bellissima e con balconi dalla vista fantastica sulle montagne), abbiamo contattato una guida ufficiale che, svincolata da accordi con agenzie, ci è costata solo il corrispondente in dirham di circa 70 euro, consentendoci di risparmiare molto rispetto alle alternative d'agenzia.
La guida non è un'opzione, è un obbligo
Quando possibile, io e Loretta preferiamo essere nel più completo controllo del nostro ritmo e dei nostri tempi. In questo caso, l'assunzione di Hassan, in qualità di guida, è stata un fortunato obbligo.
L'obbligo di avere una guida non è dovuto tanto alla difficoltà del percorso che, fino a qualche anno fa, si poteva affrontare in autonomia. Un fatto di cronaca risalente al Dicembre del 2018 che vide due turiste scandinave uccise e decapitate da una cellula terroristica, proprio durante il trekking del Toubkal, ha portato le autorità marocchine ad intensificare i controlli sulla zona (con checkpoints di polizia in diversi punti del percorso) e ad imporre l'obbligo di avere una guida. Parlavo di un "fortunato obbligo" proprio perché il nostro Hassan ha posto personalmente rimedio, insieme allo staff della struttura ricettiva di Imlil, a tante nostre leggerezze logistiche come il non possesso di bastoni da trekking, di adeguate giacche a vento, di lampadine per la notte (tutte cose rivelatesi, poi, estremamente utili).
Il fatto di cronaca ha portato alla condanna a morte di 3 su 4 esecutori ed all'ergastolo del quarto. Oggi e da un po' di tempo a questa parte, la zona si può considerare sicura

Il trekking

Arrivati al punto di partenza, potrai parcheggiare l'auto (nel caso tu ce l'abbia) in uno dei parcheggi custoditi a ridosso dell'ingresso, a fronte di un pagamento d'entità trascurabile. Prima di intraprendere il cammino, sarà d'obbligo la registrazione presso il primo checkpoint di polizia in cui sarà opportuno portare con sè, oltre che il proprio passaporto, anche una fotocopia dello stesso che sarà tenuta dagli agenti. Inutile dire che presentarsi al checkpoint senza una guida implicherà lo stop immediato all'esperienza.
Finita la parte burocratica, avrà finalmente inizio l'avventura! Il paesaggio si rivelerà, sin da subito, una fonte inesauribile di intrattenimento. Le profonde gole, i ruscelli, il fiume, il viavai di abitanti locali accompagnati da muli da soma, le cime dei monti tutto intorno e la fauna ti faranno ruotare il collo a 360 gradi per tutta la durata del cammino. La prima parte del percorso è caratterizzata da lunghi tratti a pendenza contenuta e da tratti più brevi con pendenza molto impegnativa. Qua e là, per le circa 10 ore di cammino sino al rifugio in cui si pernotterà, ci sono delle piccole aree di rinfresco in cui sarà possibile sempre dissetarsi (sebbene una buona scorta di un paio di litri d'acqua a testa sia opportuno averla comunque con sé) e, qualche volta, anche sfamarsi. In queste piccole oasi, sarà possibile bere il delizioso succo di arance locali o comprare delle bibite in lattina o bottiglia. Durante la notte al rifugio, più tardi, avrei però avuto importanti dolori allo stomaco che mi sento di ricondurre proprio al consumo del succo d'arancia servito in bicchieri di vetro approssimativamente risciacquati con sola acqua, tra un consumo e l'altro.
The refuge of Toubkal Mountain

Il rifugio

L'esperienza nel rifugio (abbiamo pernottato a "Les Mouflons") merita un paragrafo a sè. Leggendolo, potrai rendere meno impegnativa questa esperienza. Il prezzo per una stanza doppia privata, estremamente piccola, senza nessun comfort particolare e con un letto ricoperto da coperte di lana di cui è meglio non conoscerne gli abitanti, è piuttosto alto se paragonato ai prezzi a cui, sino a quel punto, ci eravamo abituati ed è di circa 75 euro a notte. Ci sono soluzioni più economiche in tenda (ma bisogna essere attrezzati per il freddo notturno) o soluzioni più comode ma più care. A prescindere dalla soluzione scelta, però, bisognerà tenere in considerazione che, a parte il pernottamento, una cena ed una colazione, tutto il resto dovrà essere pagato a parte, ma proprio tutto! Nei bagni in comune, non troverai carta igienica o sapone che dovrai pagare a parte, se non li hai portati con te; la doccia fredda è un servizio che dovrai pagare a parte, come gli asciugamano, bagnoschiuma, eccetera. I prezzi, per qualunque cosa, terranno ovviamente conto del fatto che, nella zona, non avrete alternative e saranno, dunque, piuttosto alti. Nella stessa area, c'è un altro rifugio ma è lecito credere che la qualità ed i prezzi siano simili.
Un po' indispettiti dalla situazione e tutt'altro che ispirati da una doccia ghiacciata, io e Loretta abbiamo deciso di metterci a letto, così come eravamo dopo 10 ore e più di cammino sfiancante. È stato sicuramente impegnativo riuscire a sopportarsi in quelle condizioni, con diversi strati di sudore accumulati ed asciugati nei nostri vestiti, con odori non propriamente piacevoli e con i piedi stanchi, stesi in un letto che non si presentava molto meglio di noi. Tuttavia, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, anche questo è stato parte integrante di quell'allargamento della zona di comfort di cui scrivevo all'inizio e della memorabilità dell'esperienza in sè.

Riprende il cammino

Alle 4 circa di mattina, in seguito alla colazione e con un cielo buio e stellato, con il freddo che ha preso il sopravvento sui crinali, si riparte per l'ultimo tratto del percorso verso la cima. Questa volta, la pendenza sarà estrema dall'inizio alla fine e sarà caratterizzata da punti di particolare difficoltà, da passaggi su dura neve (in cui i bastoni da trekking riveleranno tutta la loro utilità), brevi tratti di vera e propria scalata e, con l'avvicinarsi alla vetta, da fredde sferzate di vento che a contatto con l'immancabile sudore, potranno dare gelidi brividi a chi, come me, non dovesse essere provvisto delle giuste protezioni (indossavo la giacca a vento noleggiatami da un abitante locale con sotto una semplice t-shirt). Al buio della notte, guardarsi intorno alla ricerca della cima è stata una delle azioni più provanti da un punto di vista psicologico. L'unico modo per individuare le vette era guardare in alto ed intercettare i punti in cui non si vedevano stelle (proprio perché coperte dai monti) ed il buio diventava totale. A volte, molto più in alto di noi, si vedevano le lampadine di chi era partito prima e pensare, con la stanchezza accumulata dal giorno prima, di dover raggiungere quel punto, così verticalmente distante da noi e che ancora non era la cima, metteva a dura prova la tenuta mentale dell'esperienza.
The climb of Toubkal in the night
Sono assurdamente stanco e devo ancora arrivare lassù? E "lassù" non è nemmeno la cima? Dov'é la cima? Vedi quella vetta? E dietro quella e più in alto!

La vetta e il ritorno

Il raggiungimento della cima del Toubkal è, senza dubbio, una delle esperienze più gratificanti della mia vita. Più bella della vista appagante, più forte dei tremori che provavo dal gelo era la soddisfazione di essere riuscito nell'impresa, di poter, da quel momento in poi, ripensare alle difficoltà della vita quotidiana e vederle, in qualche modo, più piccole. Certo, non stiamo parlando dell'Everest o del K2, me ne rendo perfettamente conto, ma puoi star sicuro che, se non sei uno scalatore professionista, l'esperienza sul monte Toubkal ti metterà di fronte ad un'importante quantità di stress fisico e mentale. Inoltre, rispetto ai fratelli maggiori asiatici, il Toubkal è un trekking molto più accessibile anche da un punto di vista economico.
The summit of Toubkal mountain
A questo punto, però, non resta molto da fare. Restare su, più di dieci minuti o un quarto d'ora, non ha molto senso e si conferma l'assioma che vede il percorso più importante del traguardo stesso
Per la discesa ci sono due opzioni: pernottare nuovamente nel rifugio o fare tutto un tiro sino al parcheggio. La nostra tabella di marcia per il tour del Marocco implicava la limitazione massima di tempi morti e, pertanto, avevamo già messo in conto la discesa diretta sino all'auto. Con il senno di poi, la scelta si è confermata giusta anche solo per evitare un'altra notte scomoda in quel rifugio. L'errore da non fare, però, è quello di pensare che la discesa sia una passeggiata. Salire porta allo stress di alcuni muscoli (cosce e polpacci in primis) ma scendere ne stressa altri (stinchi) e, soprattutto, le articolazioni che, venendo meno il sostegno dei muscoli adiacenti, fin troppo stanchi, si potrebbero ritrovare ad assorbire le vibrazioni e gli urti di una discesa che avrà comunque una durata superiore alle singole tappe della salita!
Spero di averti ispirata/o. Se l'articolo ti ha lasciato qualcosa, like, condivisioni e commenti sono apprezzatissimi. Se vuoi leggere altri contenuti simili, iscriviti alla NEWSLETTER e/o seguimi su INSTAGRAM!