Quando si viaggia soli in un paese con una cultura molto diversa dalla propria, il rischio che ci si possa intimorire all'idea di uno shock culturale è alto. Inoltre, in base alla propria destinazione, le notizie, più o meno superficiali, che si hanno su un luogo o su un popolo e le sue abitudini contribuiscono ad aumentare il senso di paura che può arrivare a dissuadere dall'impresa.
Naturalmente, tutto ciò che sappiamo (o crediamo di sapere) e/o leggiamo prima di partire non può essere paragonato ad un'esperienza diretta nella quale tutto ciò che sembrava essere bianco o nero diventa magicamente un'ampia scala di grigi

Parto o non parto?

Fare esperienza diretta non può essere sempre la soluzione. Ci sono luoghi, nel mondo, che, purtroppo per noi appassionati viaggiatori, si potrebbero considerare off-limits, sebbene qualche coraggioso non si faccia intimorire da nulla. Guerre, terrorismo e criminalità, fra le altre motivazioni, sono tra le cause che potrebbero farci optare per un'altra destinazione. A volte, però, anche in mancanza di guerre o altri forti dissuasori, le informazioni che si hanno su alcuni paesi sembrano convincere al cambio di meta. Più volte mi è successo di dover smentire (o confermare) quanto letto, prima di partire per un viaggio, con l'esperienza diretta.
Certo, non bisogna dimenticare che la paura è un'emozione fondamentale per l'autoconservazione e, come tale, va ringraziata perché aiuta, tranne nei suoi eccessi, ad affrontare qualunque situazione con la massima concentrazione e porta a raccogliere quante più informazioni possibili su un luogo, prima ancora di visitarlo
Donna in visita al parco nazionale del Periyar, India

Il pensiero altrui

Mi è successo diverse volte che, annunciando un mio prossimo viaggio ad amici, parenti o conoscenti, questi sgranassero gli occhi, increduli. Mi son sentito dare del "coraggioso", quando ero più fortunato, dello "spericolato", dell' "incosciente" e, nei casi più estremi, si è cercato di farmi riflettere su un cambio di destinazione. Ciò di cui i miei interlocutori non erano a conoscenza, però, era l'immensa mole di informazioni che avevo già assimilato nel momento in cui comunicavo la mia volontà di partire. A questo punto è bene ricordare a sé stessi che, tranne in rare eccezioni, il pensiero di queste persone è dettato più dal pregiudizio che da una reale informazione. Per verificare l'attendibilità dei loro pareri, spesso, basta intavolare una semplice conversazione sui problemi o presunti problemi di un paese, per vedere, forti delle nostre conoscenze, dove si fermano le loro, ammesso che mai inizino.

Il ruolo dell'informazione generalista

L'obiettivo di telegiornali e giornali è quasi sempre, quello di riportare fatti di cronaca a livelli che spaziano dal locale all'internazionale. Tralasciando il troppo complesso argomento di quanto la vision dei vari direttori possa essere viziata da posizioni etiche e politiche personali, è comunque estremamente raro vedere, sui nostri teleschermi o nelle pagine dei quotidiani, notizie dal contenuto positivo o ispiratore. Di conseguenza, se le informazioni che abbiamo su un altro paese sono solo quelle che abbiamo acquisito da questi media, non deve stupirci se l'idea che abbiamo di un popolo sia nettamente negativa. In quali occasioni, in occidente, sentiamo parlare dei popoli di fede musulmana, ad esempio? Non sono forse situazioni in cui si parla di atti di terrorismo, guerre o fanatismo religioso? Quanti stati del centro e del sud dell'America sembrano essere, agli occhi europei, solo sede di instabilità politica, insurrezioni popolari, quando non di rapimenti e rapine ai danni dei turisti? Quante volte, parlando del Sud-Est Asiatico, vengono fuori i termini "inquinamento", "spazzatura", "scarse condizioni igienico-sanitarie", "dissenteria"? Infine, quanti popoli con tanta storia e complessissime culture sono rappresentati dalla bandiera unica con i colori della povertà? Stando a questi ragionamenti, sembrerebbe che il paese povero non sia degno di essere visitato, che il popolo affamato non sia degno di essere conosciuto perché, fondamentalmente, la povertà ci spaventa e lo spavento acceca, impedendoci di vedere tutto il resto.
Indipendentemente dal paese di cui tu sia originario, sfogliando un libro di storia, riuscirai a trovare almeno qualche pagina che racconta proprio del tuo paese in preda a guerre, povertà, malattia, eccetera. Non pare che la storia precedente o successiva a quei nefasti eventi e la tua cultura siano state cancellate da un'epidemia o dai colpi dei carri armati...

La Romania faceva paura

Quando, nel 2012, decisi di partire per un viaggio in Romania e Bulgaria, insieme a degli amici, complice la nostra giovane età, le reazioni alla notizia della nostra partenza spaziavano dall' "e che ci andate a fare?" ad una serie di consigli su come evitare pericoli che chi parlava, in vita sua, mai aveva affrontato, né lì, né altrove. Certo, perché il nome "Romania" è stato troppo spesso e troppo superficialmente affiancato al termine "rom" e quindi a quelle persone che "ci hanno infastidito, in metro, nel nostro weekend a Roma". Se questa era l'idea che alcuni avevano della vicina Romania, solo 11 anni fa, pensa alle idee che si possono avere dei paesi ancora più lontani e diversi dal nostro! La vicinanza dei paesi dell'Est Europa, la mobilità facilitata da compagnie aeree low-cost, il lavoro sull'accoglienza turistica fatta dai singoli stati, una nuova generazione curiosa e viaggiatrice, oltre a tanti altri fattori, hanno reso questi paesi apprezzatissime mete turistiche, mete su cui anche il più gretto provincialismo, oggi, non trova chissà cosa da ridire. Anzi, l'Albania, tristemente agli onori della cronaca, circa 30 anni fa, a causa dei problemi interni che spingevano il suo popolo sui barconi della speranza, è oggi una delle mete più importanti del turismo dentale (e non solo) europeo. Io stesso, nel 2022, ho fatto un'esperienza in tal senso (ne parlo in questo articolo).

Tanti altri posti fanno paura

Tra il 2021 ed il 2023, ho fatto tre dei viaggi più emozionanti della mia vita in Giordania, Marocco ed India (di cui parlo ampiamente in diversi articoli di questo blog che ti invito a leggere). A renderli così segnanti, oltre all'attrattività dei luoghi e delle culture, è stato proprio quello shock culturale che intimorisce tanti. Quindi...
il viaggio, in questo senso, è impreziosito proprio dalla "distanza" della propria cultura da quella del paese in cui si è ospiti, valore aggiunto alle consuete attrattive paesaggistiche, storiche, culinarie, culturali, perché stimola non solo i 5 sensi ma anche la nostra capacità di adattamento, la nostra propensione ad uscire dalla zona di comfort
In ogni caso, prima di viaggiare in lungo e in largo in quei tre paesi, mi sono informato intensamente guardando video, leggendo articoli su articoli e guide cartacee. Le informazioni in rete sono infinite per qualunque destinazione e, qualche volta, sulla base dell'esperienza di chi scrive gli articoli, ci si può scoraggiare.

Cosa dovresti leggere?

Il consiglio che posso darti è di leggere quanto più possibile, dai blog alle guide e canali online ufficiali dei paesi che vorrai visitare, cercando di mantenere alto il livello di obiettività e senza fermarti agli articoli che sembrano assecondare la tua voglia di partire o le tue paure. Se sei intimorito dall'idea che sia pericoloso andare in Marocco e ti imbatti in un articolo che ti racconta di come due turiste scandinave, nel 2018, siano state rapite e decapitate in un trekking sul monte Toubkal (esperienza che ho fatto, due anni e mezzo dopo il fatto), c'è una buona possibilità che la tua paura cresca ulteriormente e ti spinga a non cercare oltre. Allo stesso modo, se il tuo istinto ti spinge a partire verso un paese e ti imbatti in un articolo che, magari superficialmente, ti racconta di come non ci sia nulla da temere, il rischio che corri è di non avere difese, di non essere preparato a quell'imprevisto che, ricorda, può avvenire ovunque.
Non devi convincere i tuoi familiari che l'idea più saggia sia quella di partire ed accontentarti di quell'articolo che lo dimostrerebbe. Sarai tu, poi, ad intraprendere il viaggio e meno sarai preparato, più sarai esposto

I rischi di una errata gestione della paura

Che tu prenda sottogamba una situazione seria o che tu ti ci faccia sopraffare in preda al timore, potresti ritrovarti, in entrambi i casi, sconfitto. Una persona a me vicina, persona che stimo ed a cui affiderei letteralmente la mia vita, incappò, in un viaggio, in un errore banale che mai avrebbe fatto in patria. Nel suo caso, l'idea di essere all'estero (esperienza a cui non era particolarmente abituato) e di non conoscere la lingua del luogo in cui si trovava, sono stati, probabilmente, due fattori che l'hanno portato a sentirsi meno al sicuro del solito, lontano da ogni conoscenza e dalla propria zona di comfort. Questo percepirsi vulnerabili, esposti, potrebbe portare, effettivamente, ad esserlo. Ma arriviamo all'aneddoto. Questa persona era in fila in un ufficio di cambio valute, una fila particolarmente lunga. Da dietro, un perfetto sconosciuto gli propose di fargli risparmiare tempo e si offrì di cambiare i suoi euro con la valuta locale che gli serviva. Il cambio avvenne ma la valuta che il nostro malcapitato ottenne era di un altro paese, banconote con tanti zeri ma con scarsissimo valore. Conoscendo profondamente questa persona, mi stupii non poco quando seppi dell'accaduto, proprio perché conoscevo la sua natura intensamente scettica e guardinga. Eppure, immerso in un contesto diverso dal suo solito, era diventato improvvisamente vulnerabile e predisposto ad errori che in patria non solo non avrebbe mai fatto ma, probabilmente, si sarebbe anche preso gioco di chi ci fosse cascato!
Il senso di vulnerabilità e la mancanza di esperienza, in questo caso, ebbero la meglio. Allo stesso modo, il medesimo esito si sarebbe potuto avere anche nel momento in cui il timore non ci fosse proprio stato. A quel punto, le difese istintive che si attivano in prossimità di un pericolo vengono meno e ti portano ad ottenere lo stesso risultato, pur non facendoti sentire vulnerabile. Chiaramente, nel momento in cui ti scoprirai "fregato", per quanto fossi sicuro di te poc'anzi, ti trasformerai in un docilissimo agnellino. Per questo motivo è importante evitare che, nella gestione della paura, si ecceda in entrambi i sensi
Uomo in un vicolo di Fes, Marocco
Ogni paese ha la sua storia, la sua cultura e le sue particolarità. Le variabili in gioco sono tantissime ed il tuo modo di pensare ed agire è un'altra variabile che si inserisce in questo marasma di probabilità. Leggere della mia riuscitissima esperienza in India non deve portarti a credere che per te sarà necessariamente lo stesso e che tu possa accontentarti delle informazioni che solo io ti ho dato. Probabilmente, non avrai mai un senso di totale ed assoluta sicurezza, nei tuoi viaggi, ma questo fa parte del gioco di chi decide di organizzare le proprie esperienze da sé, sebbene molti di coloro che si affidano a tour organizzati troppo spesso dimentichino che l'imprevisto può avvenire anche in quei casi e che hanno solo il privilegio (o l'ingenuità) di pensare che non sia così
Spero di averti ispirata/o. Se l'articolo ti ha lasciato qualcosa, like, condivisioni e commenti sono apprezzatissimi. Se vuoi leggere altri contenuti simili, iscriviti alla NEWSLETTER e/o seguimi su INSTAGRAM!