Dopo un viaggio on the road di un mese in India ed un totale di circa 4500 km percorsi tra auto e scooter negli stati del Maharastra, Goa, Karnataka, Kerala, Tamil Nadu e nelle Isole Andamane, posso condiviedere con te il frutto della mia esperienza ed aiutarti a decidere se affrontare il viaggio in India al volante o meno.
Le premesse
Dopo l'esperienza di guida in Marocco (di cui puoi leggere qui), prima di partire, ho fatto incetta d'articoli e video sulla guida in India e mi sono ritrovato ad esitare all'idea di affrontare il traffico di un altro paese. Tuttavia, tutti i miei ultimi viaggi hanno beneficiato largamente della libertà di movimento che solo un mezzo a noleggio può dare. Decidere se e quando partire, quanta strada percorrere, quando e dove fermarsi sono dei privilegi che nessun altro mezzo di trasporto può darti.
Alcuni passaggi di quest'articolo potranno spaventarti e dissuaderti dall'idea di noleggiare un'auto e, magari, è giusto così. Ti invito, però, a leggerlo tutto. Quando avrai letto tutto ciò che ho da raccontarti, potresti decidere altrimenti!

Un po' di statistiche
L'India è conosciuta anche come l'Inferno degli automobilisti e le statistiche sul tema (che puoi leggere qui) sembrano confermare l'adeguatezza di quest'epiteto. Qualche ora dopo l'atterraggio a Mumbai, passeggiando nella zona dell'albergo in cui avremmo pernottato, io e Loretta abbiamo assistito ad un tamponamento tra un'auto ed uno scooter. Fortunatamente, essendo il traffico di Mumbai estremamente intasato, è altamente improbabile che gli incidenti possano generare chissà quali danni a persone o cose. La cosa che mi preoccupava all'idea che, solo il giorno dopo, avrei cominciato ad essere parte di quel traffico, era proprio il pensiero che mi sarei trovato in quell'ingorgo, per chissà quanto tempo, assordato dai clacson e costantemente preoccupato dal non collezionare ammaccature sulla nostra temporanea vettura.
Le alternative
Non sempre le alternative offrono grandi vantaggi, oltre al non avere la responsabilità della guida. In India, i mezzi di trasporto pubblici, sebbene economici, sono spesso sovraffollati e molto più lenti di un'automobile. L'unica valida alternativa è rappresentata dai voli interni che, d'altro canto, costringono gli spostamenti tra città servite da aeroporti, lasciandoti nuovamente a te stesso per gli spostamenti in luoghi che non ne hanno. Le comodità di un'auto si possono avere anche con il noleggio con conducente, soluzione che libera da responsabilità ma che implica, ovviamente, prezzi più alti, oltre al dover tenere in considerazione le variabili che un'altra persona può aggiungere al viaggio. Personalmente, non ho preso minimamente in considerazione quest'ultima ipotesi. Un conducente locale può essere un gran vantaggio ma immagina se, per un mese di viaggio, ti ritrovi a non avere un gran feeling con questa persona...

Il mindset
Come avrai immaginato, già prima di ritrovarmi al volante, ero saturo di informazioni preoccupanti che, da un lato, aumentavano il livello d'ansia ma, dall'altro, non mi facevano prendere alla leggera la situazione. Le mie precedenti esperienze nel traffico di Roma, Amman ed in Marocco (su cui avevo letto le peggiori cose, poi smentite dalla mia esperienza) avevano rinforzato il mio ego sul tema e facevano da contrappeso ai pensieri negativi. Ancora, devo riconoscere a me stesso una certa capacità d'adattamento che, nelle situazioni nuove e preoccupanti, aumenta i miei livelli di concentrazione al massimo, consentendomi, a tutt'oggi, di arrivare a raccontarti le mie esperienze. Ne deriva che se sei una persona dal panico facile, se patisci la pressione a cui gli altri automobilisti possono sottoporti, potrebbe essere una buona idea lasciar perdere e cercare un metodo di trasporto alternativo.
Sono, tuttavia, piuttosto sicuro che se stai prendendo in considerazione l'idea di guidare in India, non rientri in quel gruppo di persone e la buona notizia è che ti trovi nell'articolo giusto per te!
Il noleggio
Per quanto mi piacciano le comodità di un'auto, il risparmio non lo disdegno. Prima di partire, quindi, abbiamo passato al vaglio decine di autonoleggi di Mumbai, chiedendo preventivi e cercando di contrattare qua e là (attività che lascio fare alla molto più efficace Loretta). Se vuoi risparmiare, è improbabile che tu possa affidarti a grandi compagnie di autonoleggio. Dalla tua parte, però, come sempre, c'è Google Maps con le sue utilissime recensioni. Scartando gli autonoleggi senza reviews, quelli con pochissimi feedback, oltre che quelli con recensioni negative, ci ritroviamo al telefono con il titolare di Drive Yourself. Dopo un'attenta esposizione dei veicoli disponibili, con tanto di foto mandate su Whatsapp, la nostra scelta ricade su una Renault Kwid, l'utilitaria che, da lì a poco, ci avrebbe accompagnati nella nostra avventura. Il noleggiatore ci manda un lungo messaggio contenente i termini e le condizioni per il noleggio, da leggere attentamente. Capiamo che l'autonoleggio non fornisce una copertura assicurativa totale e, avendo letto di tutto sul traffico indiano, la cosa ci lasciava un po' perplessi. Per risolvere la questione, abbiamo pensato di sottoscrivere un'assicurazione con una terza parte (al prezzo di 150 euro circa su Rental Cover), giusto per stare un po' più tranquilli. Arrivati ad un accordo per il noleggio mensile ad un prezzo di 400 euro, passiamo alla procedura di pagamento. La fiducia nel genere umano, a questo punto, gioca un ruolo fondamentale. Il pagamento della somma dovuta, non mediato da alcun ente garante, è avvenuto per mezzo versamento diretto tramite Transfer Wise (essendo altri metodi andati a vuoto). Se il noleggiatore non avesse avuto l'enorme quantità di recensioni positive che ha (a cui si è aggiunta la mia), difficilmente mi sarei affidato ad un metodo di pagamento con così poche garanzie.

Per stare più tranquilli (mappe offline e/o sim card locale)
L'esperienza che farai in viaggio dipenderà da innumerevoli fattori. Oltre alle decisioni che prenderai una volta all'estero, ricoprono importanza cruciale le cose che farai preventivamente, per prepararti. Una di queste cose la stai già facendo: informarti.
Nel mondo delle telecomunicazioni, restare fuori dalle dinamiche della geolocalizzazione è un'idea non molto allettante. Ancora una volta, Google Maps corre in nostro aiuto. Prevedi di comprare una SIM Card, una volta arrivato a destinazione. Ti puoi considerare al sicuro? No! Una cosa utilissima che puoi fare, ancor prima di partire, è scaricare le mappe offline dei luoghi che intendi visitare. In questo modo, puoi stare più sicuro che, anche se non avrai copertura di rete, potrai ancora sapere dove andare!
Per scaricare le mappe offline:
Nel mondo delle telecomunicazioni, restare fuori dalle dinamiche della geolocalizzazione è un'idea non molto allettante. Ancora una volta, Google Maps corre in nostro aiuto. Prevedi di comprare una SIM Card, una volta arrivato a destinazione. Ti puoi considerare al sicuro? No! Una cosa utilissima che puoi fare, ancor prima di partire, è scaricare le mappe offline dei luoghi che intendi visitare. In questo modo, puoi stare più sicuro che, anche se non avrai copertura di rete, potrai ancora sapere dove andare!
Per scaricare le mappe offline:
- Apri l'app di Google Maps mentre sei connesso ad Internet
- Tocca l'immagine del tuo profilo, in alto a destra
- Nel menu che si è aperto, tocca la voce “mappe offline”
- Tocca sulla voce “Seleziona la tua mappa”
- Usa le dita per spostarti sulla mappa e per aumentare o ridurre la porzione di mappa che vuoi scaricare (c'è un limite massimo alla grandezza della mappa che potrai scaricare. Se devi coprire un'area maggiore, ripeti la procedura, scaricando più mappe, facendo attenzione di sovrapporle un po' fra loro, per evitare di lasciare aree scoperte)
- Tocca sul tasto “Scarica”
Prendiamo la macchina!
Mi piacerebbe dirti che, dopo aver letto quest'articolo, non avrai lasciato nulla al caso ma non sarà così. Giunti all'autonoleggio, il noleggiatore ci ribadisce le condizioni. L'imprevisto, però, arriva quando il noleggiatore ci dice che se fossimo stati fermati ad un posto di blocco, avremmo dovuto dire che l'auto ci era stata prestata da un amico. La motivazione sarebbe stata quella di evitare che il poliziotto “potenzialmente corrotto” ci chiedesse una mazzetta. In questa fase, abbiamo ricevuto una sorta di contratto in cui si definivano gli obblighi di entrambe le parti, tra cui la restituzione della caparra di 240 euro che, in caso di imprevisti, sarebbero stati la base per rimborsare l'autonoleggio. Il problema, relativo alla questione “posti di blocco” è legato a quanto potessimo, a quel punto, considerare il noleggio “regolare” e, di conseguenza, in caso di imprevisti, quanto l'assicurazione stipulata con Rental Cover avrebbe coperto eventuali danni. Fortunatamente, non c'è stato modo di scoprirlo ma i 150 euro extra spesi per la copertura assicurativa potrebbero essere stati spesi invano.
Ma ormai siamo in ballo
Veniamo accompagnati all'auto che si presenta in ottimo stato. Sul display, leggiamo un totale di 13300 km già percorsi (un'auto piuttosto giovane). Procediamo alle riprese di rito di ogni singola ammaccatura della carrozzeria in modo tale da non essere incolpati, alla riconsegna, di danni non commessi da noi.
Va bene la fiducia nel genere umano ma se hai tutto l'occorrente per metterti al sicuro, sarebbe sciocco non usarlo!
Come si guida in India
Su questo tema, si potrebbero scrivere libri e, per quanto voglia darti più informazioni possibili, non vorrei far impolverare il romanzo che, a un certo punto, vorresti riprendere a leggere. Cercherò di sintetizzare.
Come previsto, guidare in città è un'esperienza mistica. Da italiano, guidare a sinistra (l'India è stata colonia inglese) col volante a destra è stato un dettaglio a cui non ho potuto prestare particolare attenzione. Tutte le mie energie mentali, infatti, erano allocate al compito di evitare contatti con gli innumerevoli tuk tuk, guidati da persone disposte a tutto, pur di portare a destinazione il proprio cliente un centesimo di secondo prima. Il lato positivo di tutto ciò è che la guida all'inglese non è potuta essere un problema. In città come Mumbai, il rischio di imbottigliarsi è estremamente alto. L'alternarsi della prima marcia alla neutra può essere la tua unica attività, anche per un'ora intera. Per questo motivo, almeno nelle città, devo ammettere che i trasporti pubblici sono molto più convenienti. Su rotaia (metro e treni) si impiega molto meno tempo per arrivare a destinazione; su strada, i tempi restano lunghi ma, almeno, puoi allontanare il pensiero di ammaccare l'auto. Arrivati in albergo, abbiamo parcheggiato il veicolo che avremmo rimesso in moto solo all'alba del giorno in cui avremmo lasciato la città (partendo all'alba, abbiamo potuto avere un andamento scorrevole).
Le autostrade sono solitamente scorrevoli ma puoi dimenticare l'idea di autostrada che hai da Italiano o, in generale, da occidentale. In teoria, delle tre corsie, quella di sinistra sarebbe riservata ai mezzi ingombranti, ai camion ed ai bus che infestano letteralmente le strade di tutta l'India. La corsia centrale, invece, sarebbe riservata alle auto e quella di destra al sorpasso. Sarebbe. Sarebbe tutto bello se non fosse che, nei fatti, ognuno fa ciò che vuole. Camion supera camion che supera pullman e, come per magia, più volte, ti ritroverai ad avere tutte e tre le corsie murate da questi giganti. La tendenza dei grandi mezzi di stare sulla corsia di sorpasso, costringe gli automobilisti alla ripetuta violazione del codice della strada. L'andamento diventa, quindi, a serpentina. Si supera da ovunque ci sia uno spiraglio. Gli unici rispettosi della regola di tenere la sinistra sono i trattori ed i carretti trainati dai buoi, il che sarebbe anche una bella cosa se non fosse per il non trascurabile dettaglio che codesti soggetti, insieme a scooter e folli pedoni che vogliono attraversare, sono su un'autostrada...
Come previsto, guidare in città è un'esperienza mistica. Da italiano, guidare a sinistra (l'India è stata colonia inglese) col volante a destra è stato un dettaglio a cui non ho potuto prestare particolare attenzione. Tutte le mie energie mentali, infatti, erano allocate al compito di evitare contatti con gli innumerevoli tuk tuk, guidati da persone disposte a tutto, pur di portare a destinazione il proprio cliente un centesimo di secondo prima. Il lato positivo di tutto ciò è che la guida all'inglese non è potuta essere un problema. In città come Mumbai, il rischio di imbottigliarsi è estremamente alto. L'alternarsi della prima marcia alla neutra può essere la tua unica attività, anche per un'ora intera. Per questo motivo, almeno nelle città, devo ammettere che i trasporti pubblici sono molto più convenienti. Su rotaia (metro e treni) si impiega molto meno tempo per arrivare a destinazione; su strada, i tempi restano lunghi ma, almeno, puoi allontanare il pensiero di ammaccare l'auto. Arrivati in albergo, abbiamo parcheggiato il veicolo che avremmo rimesso in moto solo all'alba del giorno in cui avremmo lasciato la città (partendo all'alba, abbiamo potuto avere un andamento scorrevole).
Le autostrade sono solitamente scorrevoli ma puoi dimenticare l'idea di autostrada che hai da Italiano o, in generale, da occidentale. In teoria, delle tre corsie, quella di sinistra sarebbe riservata ai mezzi ingombranti, ai camion ed ai bus che infestano letteralmente le strade di tutta l'India. La corsia centrale, invece, sarebbe riservata alle auto e quella di destra al sorpasso. Sarebbe. Sarebbe tutto bello se non fosse che, nei fatti, ognuno fa ciò che vuole. Camion supera camion che supera pullman e, come per magia, più volte, ti ritroverai ad avere tutte e tre le corsie murate da questi giganti. La tendenza dei grandi mezzi di stare sulla corsia di sorpasso, costringe gli automobilisti alla ripetuta violazione del codice della strada. L'andamento diventa, quindi, a serpentina. Si supera da ovunque ci sia uno spiraglio. Gli unici rispettosi della regola di tenere la sinistra sono i trattori ed i carretti trainati dai buoi, il che sarebbe anche una bella cosa se non fosse per il non trascurabile dettaglio che codesti soggetti, insieme a scooter e folli pedoni che vogliono attraversare, sono su un'autostrada...

Le vie di montagna
Io e Loretta adoriamo la natura e, senza un'auto, buona parte dei posti più belli che abbiamo visitato, per i nostri gusti, sarebbero stati pressoché irraggiungibili. Il fatto che avessimo l'auto che, ricordo, era una semplice utilitaria, invece, li ha resi “appena raggiungibili”. In montagna, la doppia corsia potrebbe farti chiedere se sei di fronte ad un'allucinazione. Solitamente, la corsia è una ma i sensi di marcia due. Quindi, se vuoi andare a goderti la vista dall'alto di un qualunque posto, prega di trovare meno persone che fanno il percorso opposto al tuo. Inoltre, è bene che tu sappia che più in alto vai e meno la strada sarà definibile come “strada”. Potresti finire su sterrati con una pendenza esagerata dove non potrai far altro che mettere la prima e sperare che nessuno ti venga contro. Sembra tutto spaventoso, eppure...
Se riesci ad entrare nel flow, guidare in India diventa un'esperienza divertente, un vero e proprio videogioco in cui devi ricordare che hai solo una vita, e se perdi quella, non riparti dall'ultimo punto di salvataggio...
Scherzi a parte, devo ammettere che, dopo un paio di giorni, guidare in India è diventato un vero e proprio spasso. Una delle mie principali debolezze, alla guida, è il sonno. In India, non potrai mai annoiarti al punto di addormentarti al volante quindi, almeno su questo, puoi dormire sonni tranquilli.
Stato delle strade e segnaletica
La situazione in cui versano le strade, in India, è molto variabile. Nel passaggio da uno stato all'altro, si possono notare, a volte, importanti differenze sul mondo asfaltato. Il Goa, ad esempio, si potrebbe considerare, tra i posti in cui ho guidato, “il paradiso dell'automobilista”. In questo stato, la qualità delle strade, la segnaletica e la presenza di forze dell'ordine sono positivamente in controtendenza rispetto agli altri. Si possono vedere, ad esempio, cartelli che ricordano l'obbligatorietà del casco per chi è sulle due ruote o cartelli che dissuadono, con giochi di parole o in rima, da una guida spericolata (impatient on the road, patient in a hospital). Un altro elemento che ho avuto modo di vedere solo negli stati del Karnataka e del Kerala è, invece, l'uso di transenne come dissuasori di velocità. Posizionate, in alcuni punti più pericolosi, in modo da ridurre l'ampiezza della carreggiata, queste transenne costringono in un imbuto il traffico che, di conseguenza, rallenterà. Un elemento comune a tutte le strade è invece l'incredibile presenza di dossi dissuasori. Questi dovrebbero, appunto, dissuaderti dalla velocità. In realtà, sono talmente alti che se andrai un po' più veloce del passo di lumaca potresti ribaltarti. Ovviamente, è un'esagerazione per dire che se becchi uno di quelli mentre vai a 80, sarà difficile non sfasciare tutto ciò che c'è da sfasciare all'altezza delle ruote. Lo stato dell'asfalto è, anch'esso, molto variabile e le autostrade non fanno eccezione. L'india è in costante sviluppo e le strade ben rappresentano questa condizione. Molte nuove carreggiate sono in costruzione e tante altre in ricostruzione. Questo implica, al momento, una serie di deviazioni a causa di lavori in corso che ti porterà dalla larga carreggiata autostradale alla bucherellata singola corsia.
La segnaletica non è qualcosa a cui fare particolare affidamento, quando si guida in India. Fai fede al tuo navigatore e non avrai problemi!
La segnaletica non è qualcosa a cui fare particolare affidamento, quando si guida in India. Fai fede al tuo navigatore e non avrai problemi!
Pedaggi e Distributori di carburante
Restando in autostrada, non si può non parlare dei pedaggi e del FastTag, un sistema automatico di pagamento al casello, basato su sensori. Parlare al tuo noleggiatore della presenza del FastTag, prima di procedere al noleggio, sarà un'ottima idea. Chiunque volesse oltrepassare un casello senza FastTag, sarà costretto a pagare il doppio del dovuto. Non stiamo parlando di cifre assurde ma, facendo un paio di conti a fine viaggio, abbiamo stimato di aver speso, in un mese, circa 75 euro in più in pedaggi, dal momento che la nostra auto non era “Fastaggata”.
Il costo della benzina, in India, è considerevolmente più basso rispetto a quello europeo di Gennaio/Febbraio 2023, con un prezzo al litro di circa 1,10 euro (che è incredibilmente alto per il reddito di tantissimi indiani). I distributori di carburante sono molto frequenti ma, a seconda della destinazione (leggi “montagna”), potrebbero diradarsi. Il buon senso, come sempre, ha importanza cruciale. Non aspettare l'ultima goccia di carburante nel serbatoio, per fare rifornimento. Sii prudente! Inoltre, ogni distributore ha una postazione per il controllo e la correzione della pressione nelle gomme. Se viaggi a lungo (o anche all'inizio del viaggio, per controllare che sia tutto ok) ti conviene fare un check, di tanto in tanto.
Il costo della benzina, in India, è considerevolmente più basso rispetto a quello europeo di Gennaio/Febbraio 2023, con un prezzo al litro di circa 1,10 euro (che è incredibilmente alto per il reddito di tantissimi indiani). I distributori di carburante sono molto frequenti ma, a seconda della destinazione (leggi “montagna”), potrebbero diradarsi. Il buon senso, come sempre, ha importanza cruciale. Non aspettare l'ultima goccia di carburante nel serbatoio, per fare rifornimento. Sii prudente! Inoltre, ogni distributore ha una postazione per il controllo e la correzione della pressione nelle gomme. Se viaggi a lungo (o anche all'inizio del viaggio, per controllare che sia tutto ok) ti conviene fare un check, di tanto in tanto.
La polizia
Questo paragrafo dovrebbe intitolarsi “La polizia?”, dal momento che c'è quasi da dubitare che esista, per le strade dell'India. Solo una volta, verso la fine del viaggio, siamo stati invitati ad accostare da un agente. Dopo averci chiesto la nazionalità ed averci sorriso, ci ha dato le spalle. Abbiamo dovuto chiedere “Scusi, ma possiamo andare?”, prima di ricevere un via libera che lui aveva dato per scontato.
Il clacson
Eccoci arrivati al grande protagonista del traffico indiano: il clacson. In India, il clacson non deve infonderti ansia o senso di pressione. In India, il clacson è un tic che molti, al volante, hanno. Inizialmente, potresti pensare che, usando il clacson, alcuni vogliano sollecitarti ad andare più veloce o a spostarti e, a volte, il caso potrebbe essere proprio questo. Nella maggior parte dei casi, però, il vero messaggio del clacson è: amico, sono qui accanto/dietro a te, sii conscio della mia presenza. Altre volte, invece, come dicevo, il clacson sarà solo la manifestazione di un tic. Vedrai auto e tuk tuk passare in strade senza traffico ma suonando il clacson, vedrai situazioni in cui evidentemente sei costretto a star fermo, ed il caso non è inventato, mentre una folta scolaresca sta attraversando ed il tizio dietro inizierà a strombazzare come se investire una dozzina di bambini sia veramente un'alternativa all'attesa. In queste situazioni devi costantemente ricordare a te stesso che in India funziona così ed il clacson non ha la connotazione fastidiosa che, probabilmente, ha nel tuo paese.
Problemi ed assistenza
Nel nostro quasi impeccabile viaggio in macchina, non sono mancati i problemi. D'altronde, un mese è lungo e 4500 km sono tanti. Per noi, i problemi sono stati legati alla batteria dell'auto. Dopo una pausa caffè in un bar, l'auto non dava più segni di vita. Qui il mindset gioca il ruolo più importante. Piagnucolare non serve a niente e, fondamentalmente, la domanda da fare a sé stessi è “cosa farei, se fossi nel mio paese, per risolvere questo problema?” perché, guardacaso, la risposta che ti darai sarà la soluzione al tuo attuale problema! Quindi, pesca lo smartphone dalla tasca, vai su Google Maps e cerca il car technician (meccanico) più vicino! Se è abbastanza vicino, fatti una passeggiata! Altrimenti, puoi sempre telefonare (perché la Sim locale te la sei fatta, giusto?). Nel nostro caso, abbiamo telefonato ma l'inglese non va per la maggiore, da quelle parti e, anche quando è parlato, è difficilmente comprensibile per chi non è abituato all'inflessione indiana. Da un problema nasce una soluzione. Il parcheggiatore del caffè in cui eravamo fermi, ben consapevole del nostro problema, dal momento che poteva vederlo, sebbene non parlasse inglese, è stato il nostro tramite con un meccanico che, in meno di 10 minuti, è arrivato da noi, risolvendo il problema ad un costo di poco più di 3 euro. Il vero problema della nostra auto, però, era la dimensione ridotta della batteria, rispetto al suo alloggiamento (non era la giusta batteria per quell'auto). A causa di questo, ogni vibrazione generava lo spostamento della batteria che, sottoposta a stimoli come i dossi di cui sopra, ad un certo punto, ha dato uno strattone di troppo al cavo negativo, rompendolo e lasciandoci nuovamente a piedi. Dei lavoratori nei paraggi lasciano momentaneamente il cantiere, vedendoci con l'auto in panne e, indicatogli il problema, si son muniti di attrezzi ed hanno incastrato il cavo, provvisoriamente, in modo che tornasse in contatto con la batteria e ci consentisse, quantomeno, di arrivare al meccanico più vicino. Ci mettiamo in moto, ringraziando, ma, purtroppo, la soluzione provvisoria cede nuovamente. La procedura è la stessa: Google Maps e passeggiatina. Per farla breve, uno staff di 5 persone si è preso cura del nostro problema, risolvendolo (sostituendo il cavo) e, per giunta, aggiungendo olio al motore (che era un po' basso), il tutto ad un prezzo di circa 9 euro. Il problema della batteria troppo piccola e mobile, però, restava (avremmo potuto cambiarla ma non ci andava di spendere quei soldi). Ma dove c'è una mente aperta c'è sempre una soluzione. Compriamo del nastro isolante e nastriamo la batteria intorno ad altre parti dell'auto. Un pastore, notando i nostri movimenti a cofano aperto, si avvicina e rinforza la nostra opera con una corda che ha risolto il problema definitivamente, per i successivi 20 giorni.

Guidare lo scooter, in India
Una delle soluzioni più apprezzate dai turisti, per i piccoli spostamenti in India, è sicuramente il noleggio delle due ruote, moto o scooter. Io e Loretta l'abbiamo fatto in due occasioni. La prima è stata nel Goa, località di spiagge e divertimenti, ed è avvenuta per puro capriccio, solo per goderci il vento in faccia nei tragitti tra una spiaggia e l'altra mentre nel nostro paese d'origine si soffriva la rigidità dell'inverno. La seconda volta, invece, è stato per necessità, sull'isola di Havelock, nelle Andamane, dove, per una settimana, siamo stati costretti a lasciare la nostra auto ad impolverarsi nell'aeroporto di Chennai. Su quest'isola potresti sempre fare affidamento ai mezzi pubblici ma adattarsi agli orari può diventare una secatura mentre i tuk tuk, utilizzati più volte al giorno, finiscono per costare di più del giorno di noleggio di uno scooter. I prezzi sono molto bassi. Nel primo caso, abbiamo pagato poco più di 5 euro per un giorno per uno scooter quasi nuovo di zecca. Nel secondo caso, poco più di 4 euro al giorno per uno scooter molto più vissuto ma, non per questo, meno funzionale. Dei 4500 km circa percorsi in India, circa 150 sono stati sulla sella di uno scooter. Le due ruote, nel momento in cui decidessi di viaggiare per l'India sfruttando i voli interni, potrebbero essere un'ottima soluzione per piccoli spostamenti nelle e dalle città servite da aeroporto!
Riconsegna dell'auto e considerazioni finali
Finito il nostro mese in giro per l'India del sud, ci ritroviamo a Mumbai, per la chiusura del loop e per la riconsegna dell'auto. Dopo aver lavato il veicolo, nel rispetto del noleggiatore e per preservare parte della caparra che, altrimenti, sarebbe stata, giustamente, in parte, trattenuta per tale servizio (ed è sempre meglio avere noi il controllo di quanto si spende), riconsegniamo l'auto e ci vediamo restituita la caparra, decurtata di una somma forfettaria per i chilometri in più percorsi (nel prezzo ne erano compresi 3500, ne abbiamo fatti 1000 in più) ma riconoscendoci rimborsate le spese effettuate per la manutenzione dell'auto. Finita la procedura, un sospiro di sollievo, quando tutto è andato bene, non te lo toglie nessuno, sebbene guidare in India non comportasse più ansia. Quello è, però, il momento in cui dici a te stesso che è andato tutto bene, è il momento in cui ti vedi cresciuto, in cui sai di essere uscito dalla tua zona di comfort e di aver spaccato, nonostante tutte le premesse. Questo è quel momento in cui ringrazi quel veicolo per tutti i luoghi magnifici che ti ha fatto raggiungere, per la libertà che ha saputo regalarti e per essere stato un mezzo ulteriore, forse il più forte di tutti, per farti vivere, ancora più intensamente, la cultura di un luogo, dal caos dei clacson all'immensa disponibilità dei passanti sempre pronti a darti una mano. Questo è il modo in cui io e Loretta abbiamo viaggiato. Tu puoi fare di meglio, se puoi e vuoi. Puoi decidere di spendere di più ed avere più garanzie dal punto di vista assicurativo, puoi decidere di noleggiare un fuoristrada per avere vita più facile nelle strade dissestate, eccetera eccetera. Nel mio caso, la voglia di viaggiare si batte col mio sostanziale status di “Povero” (parlo per me) e con un po' di coraggio (si legga “incoscienza”, “intraprendenza”, “pazzia”, fai tu).

In definitiva, siamo rimasti super-soddisfatti dal nostro viaggio e rifaremmo tutto allo stesso modo! Prima di lasciarti alle tue considerazioni, c'è un'ultima riflessione che vorrei condividere con te. Dopo che l'avrai letta, ti potrà sembrare scontata, valuta tu.
L'idea che ci si fa degli automobilisti indiani, prima di andare in India, leggendo nei blog, è quella di pazzi assetati di sangue che non tengono nemmeno alla loro vita, figuriamoci alla tua! L'ovvietà di cui ti parlavo risiede nella semplice constatazione che, sebbene in tanti credano nella reincarnazione, anche gli indiani tengono alla loro pelle e preferiscono i loro veicoli senza ammaccature. È stato mentre ero in India che, come un'epifania, nella mia mente si è fatto largo questo pensiero: nemmeno loro vogliono morire! La paura per la propria pelle, a volte, rende incapaci di vedere le cose più ovvie...
Ricorda, questo è il frutto della mia esperienza. È solo un punto di riferimento in più per aiutarti a decidere come affrontare il tuo viaggio in India. Ovviamente, la tua esperienza potrà essere diversa, migliore o peggiore, sulla base degli innumerevoli fattori in gioco.
Spero di averti ispirata/o. Se l'articolo ti ha lasciato qualcosa,
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