"Questo è il paradiso. Tutto è perfetto. Vorrei perdere il mio passaporto!"... ti esprimi o ti è capitato di sentire qualcuno esprimersi in questi termini? Sì? Domanda successiva: quanti viaggi hai/ha fatto, prima dell'ultimo? Molto spesso, accade che quel tipo di commento esca dalla bocca di chi vede ancora il viaggio come quell'occasione fuori dall'ordinario, un'occasione in cui ci si lascia tutto alle spalle, obiettività compresa, per un periodo limitato di tempo. Solitamente, esclamazioni come quelle in apertura d'articolo sono accompagnate da altre come:
Non c'è un mozzicone per terra! Tutto funziona meglio rispetto al nostro paese!
Davvero? In una settimana di tempo, probabilmente passata in spiaggia a bere cocktail ed a fare aperitivi con carpacci di gamberetti e salmone, hai visitato abbastanza luoghi da poter relazionare una statistica attendibile sull'inquinamento di un paese? Hai vissuto sulla tua pelle qualunque casistica tu abbia vissuto nel tuo paese relativa a sanità, istruzione, sicurezza, ambiente, lavoro, eccetera, in una settimana?
Beh, hai avuto una settimana molto intensa, allora, ed anche piuttosto sfortunata, oserei dire.

Perché scrivo questo articolo?

Prima di tutto, perché odio la superficialità con i giudizi sommari che comporta. Secondo, perché, sebbene non possa definirmi un patriota, vorrei che il paese in cui vivo progredisse ed un approccio superficialmente distruttivo, come quello di chi è appena tornato dalla vacanza relax di turno, rivela un'improduttiva arrendevolezza allo stato delle cose, piuttosto che una voglia di cambiare e contribuire al cambiamento. Terzo, perché il viaggio è ricchezza, è un'occasione di crescita come poche e vedere dei biglietti aerei essere utilizzati in maniera così poco proficua mi fa gridare allo spreco (ed io odio gli sprechi).

Quindi? Non posso viaggiare per rilassarmi?

Lungi da me la pretesa che ogni viaggio debba impegnarti mentalmente. Per quanto mi riguarda puoi viaggiare (ovviamente) anche solo per rilassarti. È un tuo diritto e sono e sarò il primo a difenderlo, anche perché il viaggio di relax non è qualcosa a cui io stesso sia estraneo. Ma quella supponenza di chi racconta chissà quali complessità di un paese che crede di aver “visitato” è totalmente fuori luogo ed indisponente, a maggior ragione se accompagnata dal cieco affossare la propria nazione.
Andrea Barba (l'autore) in una spiaggia portoghese

Fatti un favore, taci.

Se rientri nella categoria e senti quello stimolo irrefrenabile di raccontare qualche cazzata come se avessi portato avanti uno studio antropologico approfondito, vissuto la trincea per anni, come se ti piovessero vietcong addosso, lanciandosi dalle fronde degli alberi o come se ti avessero nominato Ministro dell'Istruzione, della Sanità, della Difesa e delle Attività Varie ed Eventuali e ti avessero dato accesso a tutti i meandri della burocrazia, fatti un favore: taci. Hai mai pensato che il tuo interlocutore potrebbe saperne qualcosina in più di te e farti fare una figura di merda immediata e plateale?
Il viaggio è una divertentissima cosa seria. Non abusarne.
Riconosco di essere stato un po' (?) stronzo, in questo articolo. È un argomento che mi anima particolarmente non perché io debba essere il solo a parlare di viaggi, ci mancherebbe! Si può parlare di qualunque tipo di viaggio, se ci si limita a ciò che obiettivamente si è potuto vedere e vivere. Si può fare anche il contrario, naturalmente, ma, se lo fai, un po' stronzo lo sei anche tu. La superficialità, questa attitudine che sta tirando con forza il freno a mano della nostra società è sempre stata qualcosa che ho voluto combattere. In questo blog si parla di viaggi e, pertanto, mi sono focalizzato sulla superficialità applicata all'argomento, per non dilungarmi troppo. Fammi sapere cosa ne pensi e, se ti va, lascia un like, un commento, condividi l'articolo e/o iscriviti alla NEWSLETTER. Se vuoi vivere insieme a me, in tempo reale, le esperienze dei miei viaggi, seguimi su Instagram e/o su Facebook.